Il bruco della farfalla è in realtà la sua larva, ovvero il primo stadio del ciclo biologico di questi insetti, ed ha un aspetto completamente diverso da quello dello stadio adulto (farfalla).
Per questa grande differenza in passato si pensava che bruco e farfalla non avessero niente in comune e venivano considerati come due animali diversi. Ma non è così!
Una serie di affascinanti trasformazioni permette al bruco di diventare farfalla e assumere l’aspetto più comune e carismatico che tutti conosciamo. Questo processo biologico di trasformazione è detto metamorfosi.
Le farfalle sono insetti olometaboli, cioè hanno una metamorfosi completa in cui larva e adulto hanno aspetto e ruolo ecologico completamente diversi.
L’intero processo di metamorfosi delle farfalle conta quattro diverse fasi:
1. L’uovo: in seguito all’accoppiamento le farfalle femmine adulte depongono le uova sulle foglie di specifiche piante ospiti, le quali costituiranno il nutrimento per i bruchi che nasceranno dalle uova stesse. Ogni femmina di farfalla può deporre un numero vario di uova e generalmente queste vengono depositate su steli di piante o sulla pagina superiore o inferiore delle foglie, dove la farfalla femmina si assicura di fissarle bene al substrato attraverso una sostanza vischiosa secreta da ghiandole dell'apparato genitale dell’insetto.
2. Bruco: In seguito alla maturazione l’uovo si schiude e da questo esce una piccola larva che, dopo aver divorato quello che resta dell'uovo stesso, comincia a mangiare la pianta sulla quale si trova grazie alle sue robuste mascelle e mandibole molto sviluppate. Il bruco, quindi, inizia a crescere finché, avendo aumentato le proprie dimensioni, deve liberarsi della cuticola, cioè la parte più esterna del rivestimento del suo corpo, in quanto non è estensibile e non può crescere insieme al bruco stesso. A questo punto quindi il bruco cambia "pelle" ed effettua la muta, che avviene da 2 a 10 volte durante lo stadio larvale dei Lepidotteri (farfalle e falene). Spesso, prima di fare la muta, il bruco si fissa a un substrato attraverso dei fili di seta e inizia a ingerire molta aria per aumentare la propria pressione interna. A questo punto, attraverso particolari movimenti di torsione, comincia a liberarsi della vecchia pelle che una volta estratta prende il nome di esuvie.
3. Crisalide: una volta raggiunto il limite massimo della sua crescita, il bruco smette di alimentarsi e si mette alla ricerca di un luogo adatto per compiere la sua ultima muta, destinata a trasformarlo in crisalide. Dal greco crisalide significa letteralmente "piccolo oggetto dorato", una descrizione particolarmente appropriata nel caso della crisalide di Inachis io. All'interno della crisalide il bruco subisce una completa metamorfosi denominata ninfosi, che può avvenire su una pianta o sottoterra, al riparo da pericoli. Durante la ninfosi la crisalide si libera dell'esuvia larvale, che spesso rimane attaccata al fondo della crisalide stessa. Questo processo di liberazione viene compiuto dalla crisalide attraverso grandi sforzi e talvolta impiega molto tempo. Terminata l'operazione, la crisalide inizia il suo riposo ninfale e nella maggior parte delle specie non si muoverà più, mentre in alcuni casi come Papilio machaon e Pieris brassicae, è capace di muovere l'addome in caso di pericolo o in prossimità della fase di sfarfallamento. La durata di questa fase può durare a partire da due settimane fino a più di un anno, dipende dalla specie e può prolungarsi nel tempo a causa dello svernamento dell’insetto in stato di crisalide con successivo sfarfallamento nella primavera successiva.
4. Farfalla: Poco tempo prima dello sfarfallamento, dalle pareti della crisalide è possibile intravedere la struttura della farfalla ormai formata e i colori delle ali ripiegate attorno al corpo. A questo punto avviene la schiusa, denominatasfarfallamento. La farfalla lacera il tegumento della crisalide e spunta con la testa, aspirando molta aria, mentre si aiuta con le zampe e con i movimenti del corpo per uscire. Affaticata e ancora completamente umida, con le ali accartocciate e prive di forma, la farfalla rimane ancorata alla spoglia ninfale. Le ali piano piano si asciugano e si distendono così, in un lasso di tempo compreso tra un minuto e un'ora, la farfalla è pronta a spiccare il volo.
Dacci una mano anche tu a salvare le farfalle dal rischio di estinzione!